La Combustione – storia, problema emissioni fossili, attualità…

La Combustione – storia, problema emissioni fossili, attualità…


Ancora dagli albori dell’Umanità, dalla scoperta di come accendere il fuoco, la combustione è stata l’unica tecnica di produzione del calore necessario a riscaldarsi e cuocere cibi, a ricavare e fondere e forgiare metalli… In epoca molto più recente, sul finire dell’Ottocento, le tecniche connesse alla corrente elettrica hanno solo in parte sostituito i metodi della combustione.

Dire combustione sembra parlare di un’ovvietà, sfreghi un fiammifero, premi un pulsante, e subito si sviluppa una rassicurante o pericolosa fiamma. Ma la descrizione chimico-fisica della combustione e dei carburanti e della carburazione… la dinamica di espansione della fiamma… sono studi assolutamente complessi ed hanno impegnato studiosi e scienziati in tutto il mondo, particolarmente in Germania e Russia e negli Stati Uniti d’America, nell’Ottocento e nel Novecento. Viene alla mente “il Sipario strappato” un bel film di Alfred Hitchcock nel quale l’ottimo Paul Newmann interpreta un giovane fisico americano che si finge collaborazionista e si reca oltrecortina nella Germania dell’Est per stappare segreti sulla combustione missilistica al professor Gustav Lindt di Lipsia. Si ricorderà poi che la contesa per lo spazio extra-terrestre tra URSS e America si era giocata molto sulla propulsione a combustione di missili che portassero in orbita le navicelle.

Dopo i primi problemi ambientali -causati dal carbon fossile utilizzato nelle macchine a vapore industriali- problemi evidenziatisi con lo smog londinese d’inizio Novecento (o nel milanese industrializzato, specie con la ripresa economica del dopoguerra), da alcuni decenni gli scarichi della combustione sono monitorati e controllati, specialmente dopo essersi rivelati con sempre maggior evidenza nocivi per la salute. Lo vediamo quasi quotidianamente dai dati del particolato PM -e di alcune altre sostanze chimiche- tenuti d’occhio dalle molte centraline di analisi dell’aria sparse sul territorio.

Le combustioni che più contaminano l’ambiente sono quelle che utilizzano combustibili di origine fossile, dunque i carburanti nei motori a benzina e diesel dei veicoli, e di certi apparecchi da lavoro, e del traffico navale ed aereo; poi combustibili quali carbone e nafta e gasolio in impianti di riscaldamento o forni industriali o centrali elettriche termiche… Possiamo notare che tutte queste macchine termiche scaricano nell’aria polveri e sostanze chimiche e contaminanti di vario genere. In particolare, tra i prodotti di scarico della combustione fossile, emettono anidride carbonica CO2  che sale negli strati atmosferici aumentando la propria concentrazione (dal valore 250 prima della Rivoluzione industriale di metà ‘Settecento ad oltre 400 oggi)… dalle molte ricerche chimico-fisiche e meteorologiche eseguite nell’ambito del progetto IPCC a livello mondiale risulta chiaro come l’aumento della concentrazione di CO2 sviluppi un effetto serra più marcato -significa maggior sbarramento alla dispersione nello spazio extra-terrestre della radiazione infrarossa di raffreddamento del Pianeta- fenomeno di sbarramento che sta conducendo all’aumento della temperatura media atmosferica ed ai conseguenti mutamenti climatici sulla Terra. La conclusione più ovvia è che abbandonare l’utilizzo di macchine ed apparecchiature a combustione fossile (= de-carbonizzazione degli scarichi) è il modo più diretto per non alimentare un ulteriore riscaldamento atmosferico e terrestre, dunque per limitare i mutamenti del Clima.

Abbandonare l’utilizzo dei processi di combustione fossile è ovviamente uno sviluppo di enorme portata che non si può concretare in tempi brevi. Molte sono le ragioni obiettive, in fondo riguardano tutta l’organizzazione economica e sociale del mondo; e molte sono anche certe resistenze lobbistiche. Senza entrare nei dettagli, il risultato è lì da vedere: la Conferenza mondiale COP23 tenutasi a Bonn a metà novembre 2017 non ha raggiunto sostanziali decisioni operative per attuare veramente le direttive stabilite nel COP21 di Parigi 2015, rimandando al COP24 che si terrà in Polonia sul finire del 2018 (e confidando in un ulteriore anno di riflessioni).

Be’, magari… ponendo la concentrazione sul perché dei fenomeni in atto, possiamo tutti raggiungere la consapevolezza delle azioni personali positive che già possiamo compiere, individualmente o come famiglia o come istituto o come azienda… ci costano forse un po’ in impegno ed attenzione, ma alla lunga ci fanno pure risparmiare denaro.

 

Due ottimi approfondimenti sulle sostanze inquinanti nell’aria che respiriamo:

Nostro articolo sui Mutamenti del Clima:

 

G.D. – 23 novembre 2017 – revisionato 7 dicembre, Sant’Ambrogio –

Giuseppe

Studi: Liceo Scientifico Legnano; Ingegneria Meccanica – Politecnico di Milano. Progettista e ideatore di meccanismi ed attrezzature oleo-pneumatiche, impianti automatici e robot meccanici industriali.

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