Rispetto di Habitat vitale e di Atmosfera terrestre – Argomenti – Cosa fare?
Ogni essere vivente interagisce con il proprio habitat, anche semplicemente per soddisfare alle necessità alimentari e abitative. Tuttavia noi della specie umana sviluppatasi con tutte le attività e gli strumenti della Tecnica abbiamo contaminato profondamente acqua ed aria e terreno -il nostro territorio- oggi molto più che in passato: addirittura, per la complessità della Società umana creatasi con le varie Rivoluzioni industriali dal diciottesimo secolo (oggi siamo avviati alla quarta, la Rivoluzione 4.0 dei robot e dell’intelligenza artificiale), abbiamo modificato in maniera sensibile anche la composizione degli strati atmosferici della Terra. Pare evidente che stiamo mettendo a rischio le condizioni naturali alle quali ci eravamo ben adattati nei trascorsi millenni, anche spostandoci nelle aree più favorevoli del pianeta: in particolare negli ultimi 13mila anni, da quando ci siamo organizzati in villaggi di agricoltori e poi in popolazioni, come descrive magnificamente il biologo americano Jared Diamond in un suo saggio universalmente riconosciuto. In poco più di due secoli (un tempo brevissimo rispetto alla normale lunghezza delle ere geologiche o climatiche) ci ritroviamo con inquinamento e clima che rendono precarie salute e vivibilità.
L’interazione pari a zero con la bio-sfera abitata dalle specie viventi è ovviamente impossibile, salvo avviarci tutti alla meditazione spirituale privata di ogni bene materiale. Tuttavia, pur mantenendo le abitudini di vita consolidatesi, possediamo ancora buoni margini di manovra per ridurre l’impatto negativo e non peggiorare ulteriormente le condizioni della Terra che ci ospita: dobbiamo giungere alla miglior conoscenza delle qualità intrinseche dei prodotti che utilizziamo, e prestare una miglior attenzione al non sprecarli, per non depredare le risorse del pianeta, cercando di adottare le abitudini e le tecniche migliori disponibili. Purtroppo il DESIDERARE TUTTO e SUBITO, rispettivamente lo SPINGERCI a DESIDERARE TUTTO e SUBITO, ci ha un po’ esclusi dalla razionalità (dal buon senso?) e dal rispetto per la nostra casa, la Terra. Utilizzare soli prodotti locali stagionali e de-carbonizzare le attività e le macchine (escludendo totalmente quelle che utilizzano combustibili fossili per ricavarne energia) sarebbe il modo più diretto… ma ci rendiamo tutti conto che sia un progetto di difficile realizzabilità, perché si scontra con l’organizzazione sociale e politica ed economica consolidatesi attorno ai nostri modi di vita (e che forse li hanno anche “pilotati”); si scontrerebbe anche coi diritti delle persone, alle quali non si vorrebbero imporre per legge scelte o stili di vita.
Cosa fare, dunque? Ovviamente ci sono molti modi di trovare la soluzione e molto sono condizionati dalle idee personali di ognuno, in fondo anche dalle ideologie. Recentemente chi scrive qui è stato confrontato con due diversi approcci: “agire “dall’alto”, con soluzioni stabilite da trattative diplomatiche tra i gestori dei poteri politici ed economici?” oppure “agire “dal basso”, migliorando la consapevolezza e le scelte personali di singole persone e famiglie e attività pubbliche e private?“. Probabilmente saranno necessari sia l’uno sia l’altro atteggiamento: non sono inconciliabili e possono procedere parallelamente verso una risoluzione condivisa, la migliore praticabile.
È evidente che la nostra interazione con l’habitat naturale è fortemente marcata dall’utilizzo dell’energia, dall’utilizzo dei territori più adatti ai modi della produzione di beni e dell’abitabilità, infine dagli spostamenti (per lavoro, per i commerci, per turismo, …). Le scelte energetiche vanno a “toccare” svariati interessi particolari (per esempio dei paesi che posseggono le risorse energetiche nel sottosuolo, principalmente i combustibili fossili); i territori adatti non sono illimitati e spesso si distruggono risorse naturali per adattarli, con conseguenze sociali ed anche climatiche; per viaggiare, i veicoli utilizzabili e gli alloggi creano opportunità lavorative di vasta portata nel mondo. Modificare i parametri di utilizzo nei vari settori -in vista della minor contaminazione di bio-sfera e atmosfera- impone scelte importanti e porterà certo a conflittualità creata dalle convenienze. Non sarà facile, e del resto la regolarità nell’organizzare grandi Congressi mondiali in cerca di accordi internazionali (ultimo il COP 23 a Bonn, lo scorso novembre “17) mostra le difficoltà di soluzioni concordate.
Posto che la via degli accordi internazionali per le Energie ed il Clima esula dalle nostre possibilità e competenze individuali, abbiamo sempre la via del volersi informare ed agire personalmente, per quel che ci è possibile fare. Vediamola magari in questo modo: ogni nostra azione positiva costituirà un Karma che ci identifica e, forse, condizionerà in positivo anche la nostra esistenza e persino la nostra spiritualità.
Le possibilità di scelta sono molte, purtroppo sono anche fortemente influenzate dalle condizioni sociali di ciascuno e dalle capacità di spesa delle famiglie. Non tutti possono concedersi -per esempio- un tetto a pannelli solari per non intaccare l’Ambiente circostante utilizzando energia rinnovabile; o un impianto di riscaldamento a termopompa che non emetta prodotti di reazione da combustione; o una per ora costosa autovettura a motore elettrico per evitare di scaricare gas e polveri nell’aria che respiriamo; oppure alimenti e indumenti e altri beni materiali di qualità, che abbiano una miglior resa e durata ed un minor impatto negativo sull’ambiente…
Sarà necessario non generalizzare pensando che tutte le persone abbiano accesso ai mezzi migliori (non è così, purtroppo), riconoscere i limiti e rispettare le possibilà concrete di ognuno. Parallelamente i Governi degli Stati nazionali potrebbero cominciare a posizionare meglio i finanziamenti per lo sviluppo, trasferendoli sulle attività ed i progetti e le produzioni di miglior valore ambientale (così da renderle più facilmente disponibili per tutti). Si alimenterebbe un ciclo virtuoso che coinvolgerebbe un po’ tutti i protagonisti della catena produttiva e distributiva e dell’utilizzo… così che se si misurasse un consistente cambio di mentalità nello scostarsi dalle vecchie abitudini anche i distributori di energia “sporca” sarebbero invogliati ad offrire energie a minor impatto ambientale, come le energie rinnovabili che meno disturbano negativamente habitat e atmosfera. Il cambiamento avrebbe bisogno di un periodo transitorio d’adeguamento, ma il non agire in questa direzione sta procurando danni incalcolabili.
Soffermandoci un po’ sull’Alimentazione, una delle categorie che più incidono sull’habitat, per necessità di energia ed acqua, per utilizzo del territorio, per conseguenze sulla salute, per intaccare la varietà biologica, per gli sprechi… anche in questo caso le singole persone ed unità famigliari possono fare molto. Rivolgersi ai prodotti locali e di stagione riduce tantissimo l’energia legata alla coltivazione ed alla distribuzione: il prodotto locale abbatte grandemente gli sprechi energetici del trasporto, rispetto ad analoghi prodotti provenienti anche dall’altro capo del mondo; il prodotto di stagione non giunge necessariamente da luoghi lontani più caldi, non impone la produzione in serre riscaldate e ad aria controllata, riducendo i consumi d’energia. In fondo, è così necessario voler mangiare prugne o pesche o pomodori a Natale?
Una lunga analisi meriterebbero poi gli allevamenti intensivi di bestiame a scopo alimentare, ne parleremo in prossime occasioni. Qui lo spazio va limitato per la leggibilità, potrei tirar fuori la cartella di un manualetto di risparmio ed efficacia energetica che realizzai nel già lontano 2006…
POST SCRIPTUM:
la RSI, radio televisione svizzera di Lingua italiana, sta argomentando i temi del Riscaldamento globale e dei Mutamenti climatici con una serie di documenti ed incontri con scienziati e con diplomatici delle trattative internazionali e con rappresentanti di organizzazioni di aiuto alle popolazioni in difficoltà climatiche (acqua, agricoltura, inondazioni…) e con tecnici del territorio. Basta cliccare sul titolo per poter ascoltare:
- la ritirata dei Ghiacciai, cause ed effetti – di Rossana Maspero
- l’Agenda 2030 e le sfide della Sostenibilità – di Nicola Colotti
- favorire la sostenibilità e la bio-diversità agro-alimentare – di Rossana Maspero
- il Clima in cattive acque – di Clara Caverzasio e Alessandro Bertellotti
- il Clima nella Storia – di Roberto Antonini (da ascoltare assolutamente!!!)
- quanto consuma l’Illuminazione? – di Antonio Bolzani
G.D. – 9 dicembre 2017 –
… Continua … vedi ad esempio Risparmio energetico ed Automobile elettrica