Obiettività e Giudizio critico
Egregio Signor Andrea,
ho ascoltato Lei col suo Ospite in Radio sull’Obiettività e mi si aprono pensieri da esperienze vissute. Sono d’accordo con Voi che presentare come fossero di pari valore tutte le idee relative ad un medesimo argomento sia un’operazione persino contraria all’obiettività: semmai accontenta tutti, ciscuno secondo la propria ideologia, accontenta soprattutto i disinformati e gli ignoranti (nel senso di chi ignora i fenomeni). L’ignorante avrà sempre una sua verità “più vera della verità oggettiva”. Anni fa avevo un colloquio epistolare coll’allora Direttore di Le Scienze, prof. Enrico Bellone, il quale mi disse che esistono sempre delle idee più valide e virtuose di altre: fatto un bilancio argomentato e privo di interessi particolari, il giudizio critico individuerà proprio quelle idee che siano propositive e costruttive.
Certo esistono degli ambiti nei quali il distinguo delle idee, tra vere e farlocche, è più evidente e molto netto: per esempio nel campo scientifico dove le opinioni perdono di validità rispetto alla dimostrazione ed all’esperimentazione. Il metodo scientifico, da Galileo Galilei e Newton, non lascia spazio all’ideologia e le tesi vanno dimostrate.
Eppure, eppure, anche nel panorama scientifico si assiste ad un ritorno delle ideologie farlocche che trovano ampio risalto nei moderni social media (ma non solo, purtroppo!), nutrendosi di disinformazione ed ignoranza: così che spesso anche argomenti scientifici assolutamente comprovati dalla ricerca e dall’esperienza vengono sottoposti al vaglio delle sensazioni “di pelle”. In fondo è un’operazione scorretta mossa da tanti interessi privati tra i quali i lobbistici e gli economici, al punto che certe idee indiscutibili vengono poi sottoposte alla rilettura “di parte” assumendo connotazioni anche ora di destra ora di sinistra (dovremmo risvegliare qui l’ottimo Giorgio Gaber).
Le cause degli attuali Mutamenti del Clima stanno ultimamente seguendo proprio questo percorso deteriore. Decenni di ricerche e studi avevano praticamente posto fine ad ogni possibile negazione della responsabilità umana, individuando i provvedimenti necessari; ed invece eccoci qui, e ne avevate parlato lunedì alle ore 8.18, con un Quotidiano ticinese che dà ampio risalto alle tesi negazioniste. Addirittura rivendicando RISPETTO per alcuni ricercatori che verrebbero additati con spregio come NEGAZIONISTI.
Non sto qui a raccontarVi cosa mi ha risposto il Direttore di quel giornale quotidiano dopo che avevo provato a ridimensionare il Negazionismo (lo chiamo ancora così dopo aver letto certe tesi chiaramente false e non aver mai avuto conoscenza di studi accreditati presso la comunità scientifica… sperando che nessuno voglia magari credere ad un disegno complottista della Comunità scientifica internazionale).
In ogni caso a quella persona avevo proposto due letture, una di un Docente del Politecnico di Milano ed una mia. Magari potrebbero interessarVi perché sono veramente in tema col Colloquio radiofonico che avete avuto oggi 3 ottobre 2019 e lunedì scorso 30 settembre. Avevo scritto:
“Probabilmente Lei ha perfettamente ragione dal punto di vista semantico, tuttavia a molti risulta fastidioso che si neghino i risultati scientifici assodati almeno negli ultimi quattro decenni, soprattutto che li si neghino senza portare alcuna convincente prova concreta, spesso confondendo le carte applicando certi principii in maniera scorretta. Per questo motivo, non per presunzione, viene utilizzato il sostantivo Negazionismo per descrivere la diffusione di tesi contrarie non dimostrate.
In tale visione del negazionismo Le propongo un articolo di un Docente del Politecnico di Milano circa l’approccio mostrato nel 2017 dal Corrierone della Sera:
https://altreconomia.it/negazionisti-media-clima/
In un personale sito web di divulgazione della fenomenologia energetica nelle sue interazioni con l’Ambiente vitale avevo avuto l’atteggiamento dello smascherare certe inesattezze sulle quali si basano certi “negazionisti” climatici:
https://www.chiacchierandodi.it/energia/2018/11/30/la-mano-delluomo-nel-riscaldamento-terrestre-2-negazionismo/
Che poi, per dirla tutta sono convinto che alla risoluzione dei problemi ambientali nuocia maggiormente il disinteresse, ben più del negazionismo tout court. Bon, non sono un intellettuale, semplicemente me ne interesso avendo le basi scientifiche per poter valutare gli accadimenti di cui parliamo. E mi guardo un po’ attorno in maniera credo critica.”
Caro Signor Fazioli, grazie per le sollecitazioni radiofoniche e buone cose a Lei ed al Suo Invitato ai colloqui!
Con cordialità vivissima, Giuseppe