Coscienza ecologica? ma dove è?

Coscienza ecologica? ma dove è?


Ma Ecologia è un concetto che comprendiamo? fa ancora parte di noi quale flusso che “scorre” intersecando le nostre vite? O si è ridotto a torrente di parole alla moda che si involvono finendo “in secca”?
Le domande paiono aver senso ad ogni ripetuto allarme degli Istituti di Ricerca per la Meteorologia e per il Clima: perché ad ogni grande attenzione proposta dall’Informazione segue una fase di “secca” indice di scarsa presa di coscienza, il sapere cosa fare è accompagnato da ben poca concretezza sul come fare.
L’osservazione degli avvenimenti fa drammaticamente comprendere gli errori commessi e la mancanza di tempestività nell’affrontarli. La complessità del Mondo impedisce la realizzazione puntuale del necessario “da farsi”: occorrerebbe una rivoluzione culturale, viceversa si pongono semplici “cerotti”. Si prova a tamponare la ferita ma non si cura la causa che l’ha prodotta. Così non si va da nessuna parte.
È triste osservare il tutto sommato imperante disinteresse del Mondo per il Clima. Si conta su decisioni “dei vertici di potere” -troppo annodati nella complessità per riuscire ad agire concretamente- ma pochi si impegnano individualmente col proprio comportamento: magari risparmiando energia, magari evitando esagerazioni “consumistiche” propagandate come benessere. Vedremo se si svilupperà un cambiamento culturale, da quest’anno 2021 in poi… ricordo bene il parere circostanziato di un filosofo-ricercatore del CNR italiano ad un ottimo simposio sui Mutamenti del Clima, 21 anni fa! : disse che non si sarebbe mai creata vera consapevolezza dei problemi fino a quando l’informazione e la divulgazione si fossero focalizzate ad evidenziare i fatti catastrofici geograficamente lontani dalle nostre percezioni; e che le persone avrebbero cominciato a capire solo quando fossero state colpite personalmente dagli effetti climatici negativi. Particolarmente nel 2021 è successo, così potrebbe nascere -finalmente!- l’impegno concreto di tutti, magari anche nella volontà di mutare stile di vita e di alimentazione.
E pensare che nel 1973 la Crisi petrolifera (si valutava l’esaurimento del petrolio in trent’anni) ci aveva fornito concretamente un avvertimento clamoroso, proprio negli anni di grande sviluppo delle energie rinnovabili alternative al petrolio ed al gas naturale. Ma si era fatto poco o nulla, non si era mutata la prospettiva, anzi! si era ricercato sempre più petrolio nelle profondità terrestri e nei mari.
Chi fa del suo suo, per quel che può fare, può ritenersi soddisfatto? NO!
Le esperienze conducono all’estrema sintesi che le persone dell’ecologia per lo più se ne disinteressano: ecologia è un insieme di fenomeni e categorie che si nutrono di comportamento sociale, ma l’Homo del secolo ventesimo è diventato individualista, è diventato forse l’ Übermansch immaginato in Letteratura sul finire dell’Ottocento: un individuo che supera i valori del confronto nella Società, adottando quelli del personalismo portato all’eccesso. Non c’è dunque più spazio per l’ecologia? e per lo spendersi al bene condiviso della Natura quale Essere della nostra vita?
Giuseppe

Studi: Liceo Scientifico Legnano; Ingegneria Meccanica – Politecnico di Milano. Progettista e ideatore di meccanismi ed attrezzature oleo-pneumatiche, impianti automatici e robot meccanici industriali.

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