Per fare chiarezza sul Metano


Volendo abbandonare combustibili fossili come carbone e petrolio (benzine, nafta, gasolio, cherosene…) una via intermedia che si era cominciata a percorrere con notevole slancio è quella della combustione di Gas Metano, in impianti di riscaldamento ed in forni industriali e pure quale carburante per i motori dei veicoli. Ma, ma, ma …

… il metano è pur sempre un gas di origine fossile, dunque carbonico come lo sono carbone e petrolio! ma ha il vantaggio di possedere una molecola CH4 molto semplice, così che per combustione produce scarichi molto meno inquinanti l’aria: in pratica a- acqua vaporizzata; b- CO2 non pericoloso per la respirazione, già presente nel ciclo delle piante; c- una frazione di CO dipendente dalla “bontà” della combustione, difficilmente eseguibile al 100%; d- ossidi di azoto, ineliminabili in ogni processo di combustione che avvenga a temperatura superiore a circa 220°C. Rimane dunque il problema degli scarichi dell’ossido CO2 che va in atmosfera ad alimentare l’effetto serra: a parità di efficacia energetica il CO2 da combustione di Metano è in misura non tanto inferiore a quello emesso dagli altri combustibili fossili solidi e liquidi, a grandi linee possiamo valutare un 20% in meno, dunque pur sempre in quantità elevate. Più interessante è che la sua combustione produce una quantità trascurabile di particelle solide inquinanti l’aria (ben diversamente da petroli e carboni).

In fondo l’utilizzo di Metano lo possiamo accettare come compromesso temporaneo per la transizione dal carbonio ad altre energie future. Attualmente lo si sta utilizzando quasi ovunque nel Mondo (gassoso in tubazione o liquido in bombola) quale il minore dei mali procurati dai Combustibili fossili alla Temperatura media del Pianeta, in chiaro sperimentato aumento: così rimane un punto di forza dell’economia dei Paesi che Metano ne posseggono, particolarmente la Russia che lo fornisce ancora col gasdotto del Mar Nero verso i Balcani e l’Adriatico, poi in forma liquida con navi metaniere nel Baltico (dopo i danneggiamenti esplosivi dei condotti marini Nord Stream 1 e 2 verso la Germania); i Paesi del Magreb nord-africano lo forniscono col Gasdotto del Mediterraneo; poi chi lo invia in forma liquida in serbatoi navali, la Norvegia e gli USA e la Cina ed alcuni Paesi africani ed arabi … senza dimenticare che in Afganistan esiste quello che pare essere il terzo più grande giacimento di Metano al mondo …

Una diffusione mica da poco, nonostante gli impegni presi durante i Congressi mondiali degli ultimi anni sullo Stato del Pianeta, dal COP 21 di Parigi 2015 in poi, impegni che saranno operativi dal 2050 via. Affaire à suivre!

Giuseppe

Studi: Liceo Scientifico Legnano; Ingegneria Meccanica – Politecnico di Milano. Progettista e ideatore di meccanismi ed attrezzature oleo-pneumatiche, impianti automatici e robot meccanici industriali.

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