Consapevolezza dei problemi ambientali
Gentilissima Signora Anna,
ho ascoltato proprio ora la Sua intervista al Climatologo italiano Luca Mercalli. Apprezzo molto gli interventi informativi che Lei realizza sull’allarme per il Clima in mutamento, notando la Sua predilezione per il mondo delle piante arboree (ne vorrei parlare poi sul finire dello scritto).
Come Mercalli, come Giovanni Kappenberger, come Marco Gaia, come Guido Della Bruna, come tanti scienziati, come tanti giornalisti informati, infine come tanti appassionati sconosciuti… anch’io sono particolarmente sconfortato dalla mancanza di risultati incisivi nel tentativo di far diminuire il più possibile l’interazione umana con la Natura ed il nostro Habitat.
Anch’io ho ben notato come si continui a ciurlare nel manico senza fare veri importanti progressi, ed avevo anche scritto un pensiero sulla mia percezione dell’indifferenza delle più persone. Sono d’accordo con l’affermazione del Mercalli che serva consapevolezza dei fenomeni in corso: per questo mi sono sempre sentito di criticare le Organizzazioni internazionali (che partecipano alle Conferenze sullo Stato della Terra) per non aver mai avviato processi concreti di divulgazione delle conoscenze: occorre divulgazione comprensibile, la sola informazione allarmistica non basta.
Proprio per questo avevo visto con favore la presa di coscienza dei giovani sulla scia del clamore mediatico creato da Greta Thunberg. Purtroppo ho notato, nelle conclusioni della Settimana Internazionale mondiale di discussioni giovanili tenutasi recentemente all’Università di Losanna, tre prese di posizione abbastanza scontate e troppo generiche mancando quello che avrei ritenuto il passo più importante: la programmazione di un impegno personale in comportamenti di vita più virtuosi, lo studio di comportamenti da propagandare tra i giovani di tutto il mondo. Seguire le informazioni che giungono dalla Ricerca scientifica è utile ma non basta, delegare la soluzione dei problemi alla sola Politica è utile ma non basta. Mi dispiace, non basta.
Eppure proprio il giovedì della settimana losannese sia IPCC sia il Politecnico di Zurigo avevano fornito un assist notevole alla possibilità di intervento individuale, almeno nei modi alimentari sia carnivori sia vegetariani. Vedremo come si svilupperanno i prossimi anni che saranno decisivi, pur che certi danni fatti siano ormai consolidati e non recuperabili. Intanto i danni alle foreste si stanno purtroppo ampliando, ed è attualità stringente.
Tornando alle foreste, ho notato come si stiano sviluppando studi che prefigurano scenari di piantumazione per avere maggiori estensioni arboree che assorbirebbero parte della CO2 che produciamo. Certamente una possibilità concreta e positiva per innumerevoli aspetti, anche locali: non vorrei tuttavia che alla fine venisse utilizzata come escamotage per non cambiare i modi energetici e continuare ad emettere “allegramente” CO2 da combustione fossile.
Con mio fratello Carlo e mia sorella Rosella abbiamo -come eredità familiare- un pezzetto di terra che abbiamo trasformato in polmone verde, curato per mantenere le erbe indigene e la varietà di animaletti che si stanno perdendo in città (eravamo periferia cittadina ed ora siamo immersi in una zona residenziale priva di parchi botanici): a maggio e luglio vediamo ancora due diverse specie di lucciole, e poi i maggiolini, ed il picchio rosso, e… ma Lei pensa che i vicini siano contenti di avere accanto una pur piccola zona verde? No! Tutti gli anni dobbiamo subire visite di controllo per esposti (mal informati ed addirittura falsi) che alcuni sconosciuti mandano ai Servizi comunali prefigurando presenza vuoi di topi, vuoi di ragni tropicali, vuoi di insetti velenosi, vuoi di ambrosia, vuoi di amianto, vuoi di chissà quale idiozia che si mettono in mente. E purtroppo per regolamento comunale non esistono penali per chi fa segnalazioni false o pretestuose. SALVARE L’AMBIENTE? Ma chi ci crede!?!
Buon fine settimana a Lei. Pensieri belli, nonostante tutto.
Giuseppe
Poscritto: sulle “tecniche del fare” vedi per esempio qui e qui ; sul come ripensare i problemi, un esempio locale “adattarsi a sud delle Alpi” è visibile qui.