Per un Habitat non degradato

Per un Habitat non degradato


Ogni fenomeno sociale umano può piacere sì oppure no, tuttavia resta indubitabile che il movimento giovanile nato nel 2019 per il rispetto del Clima atmosferico abbia suscitato attenzione diffusa. Un’attenzione che non era mai stata così ampia quando veniva ricercata da scienziati e divulgatori, neppure da una persona competente ed illuminata come Vandana Shiva: che peccato però!, non avremmo perso tutto il tempo che abbiamo sprecato, ignorando gli insegnamenti della Storia e della Filosofia, in particolare quelli ormai millenari di Seneca col suo La Brevità della Vita.

I movimenti giovanili nati dall’impulso non tanto strutturato e forse ingenuo (o forse studiato, non lo sappiamo per certo) sono soggetti a molte osservazioni ed a molte interpretazioni, suscitano rispetto ed adesione ma anche repulsione e persino irrisione. Resta il fatto che colpiscano il bersaglio, nel senso di generare discussione: la discussione è sempre positiva se fatta con obiettività e senza disonestà intellettuale. Vedremo in futuro.

Per intanto l’attenzione del pubblico per i temi di protezione ambientale e dell’Habitat vitale si è innalzata, al punto che il Mondo Economico e gli Stati stanno dando molto rilievo mediatico allo sviluppo delle loro strategie energetiche per i prossimi decenni, di qui al 2050 secondo gli intendimenti stilati nel Congresso COP21 di Parigi. Gli accordi raggiunti a Parigi da quasi duecento Nazioni del Mondo sono giuridicamente vincolanti, così i programmi energetici ed ambientali che si dichiarano oggi si dovranno forzatamente realizzare: non potranno essere semplici buoni propositi come quelli propagati senza molto effetto pratico negli ultimi vent’anni.

Guardando alla Germania, che ancora un paio d’anni fa apriva nuove cave di lignite (un carbone fossile) per sostenere la propria produzione di energia elettrica penalizzata dalla progettata chiusura delle centrali nucleari a fissione, il ricorso al carbone sarà gradualmente smesso prima del 2050.

Per iniziativa dell’Amministrazione Trump gli Stati Uniti d’America erano usciti dagli accordi di Parigi e stavano sviluppando nuovi impianti d’estrazione petrolifera: ricordiamo la contestata condotta dai giacimenti in Alaska verso il Sud del Paese dove sorgono gli impianti di trasformazione del Petrolio. La nuova Amministrazione ha riportato gli USA negli accordi di Parigi e bloccato i lavori della pipeline in costruzione (pur dovendo licenziare tutto il personale impiegato, al quale si dovranno trovare alternative).

La Commissione dell’Unione Europea ha recentemente presentato il Piano d’azione energetico per i prossimi trent’anni. Anche la Svizzera ha votato in Parlamento la nuova Legge sul CO2, che riguarda le procedure energetiche volte alla riduzione dei gas ad effetto serra: dovranno azzerarsi per il prossimo 2050.

In Italia il nuovo Governo entrante, salvo voto positivo del Parlamento proprio in questi giorni, ha proposto un nuovo Ministero governativo completamente votato alle questioni ambientali e climatiche, da risolvere con la transizione delle energie da fossili a rinnovabili.

In una serie di colloqui tenutisi a gennaio in video-conferenza per preparare il World Economic Forum (posticipato a maggio a causa del Virus pandemico) una ventina di grandi Aziende mondiali ha elaborato una condotta comune per abbattere le emissioni di gas serra passando a lavorazioni e consumi energetici adatti.

Vedremo. Speriamo! Sappiamo bene che non esiste la bacchetta magica, non esiste la panacea per tutti i mali, non si cambiano le situazioni e le convenzioni dall’oggi al domani (come forse nei desideri urgenti dei Giovani per il Clima). Ma l’importante è finalmente imboccare la via giusta, sviluppare progetti virtuosi anche già studiati da tempo e mai realizzati compiutamente, progettarne di nuovi. Tecnicamente lo possiamo fare, abbiamo le capacità e le possibilità, questo è certo. Quel che sappiamo è che la transizione dal passato non può avvenire in tempo zero, le qualità tecniche e scientifiche sono concrete ma il “sistema Mondo” è complesso con tante interconnessioni difficili da sciogliere. Tempo ne abbiamo purtroppo bruciato molto e non possiamo essere certi ne rimanga a disposizione.

Giuseppe Donati   – 16 febbraio 2021 –

Giuseppe

Studi: Liceo Scientifico Legnano; Ingegneria Meccanica – Politecnico di Milano. Progettista e ideatore di meccanismi ed attrezzature oleo-pneumatiche, impianti automatici e robot meccanici industriali.

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