L’alba della nuova Rivoluzione Industriale 4.0
Intelligenza artificiale e Robotica – interazioni con la Società e l’Ambiente
Molte persone non giovanissime hanno percepito i modi di vita agli albori della Rivoluzione industriale 2.0 sul finire dell’ottocento e nei primi anni del ventesimo secolo: li hanno vissuti attraverso i racconti dei nonni e dei padri (e di nonne e zie che utilizzavano i nuovi mezzi in casa o come operaie nelle Manifatture del cotone e della seta): l’arrivo dei motori a combustione interna e di quelli elettrici, la distribuzione di corrente elettrica e di “gas di città”, macchine più agili e diffuse anche fuori dalle industrie, le prime poche automobili, i frigoriferi, qualche elettrodomestico … per le persone la vita stava cambiando, e non poco.
Ho vissuto nello studio e nel lavoro la transizione tra i periodi oggi indicati con 2.0 e 3.0 e mi era parso uno sviluppo “naturale”, una normale espansione di tecniche poggiate “sulle spalle dei giganti della conoscenza”. L’avvento del transistor e di tutti gli apparati elettronici successivi ci avevano condotto all’Era della digitalizzazione e dell’elaborazione elettronica dei dati: il Computer di casa e la Comunicazione mobile sono gli esempi più clamorosi, così come lo sviluppo della Rete per il flusso dei dati digitalizzati. Con il progresso tecnico la comunicazione visiva è passata da carta e schermo TV al CD-Rom ed al sito Web; parallelamente, ma su un’altra strada, gli elementi di elaborazione e controllo hanno portato l’Industria ad un’impiantistica automatizzata che era germinata sì (ma con mezzi spartani) nel periodo 2.0 e che ha avuto un’impennata esponenziale nel successivo 3.0 vissuto sinora. Ed eccoci infine qui agli albóri di una nuova Rivoluzione -nominata 4.0- che non è ancora ben definita e localizzata nel tempo futuro ma che (già ora nella sua fase progettuale e di sviluppo) sta facendo discutere nei media: è la rivoluzione dell’intelligenza artificiale e dei Robot che sostituiscono la manualità umana, senza necessariamente avere un aspetto umanoide. Si parla di macchine che non solo eseguono operazioni imposte, sono programmate per decidere (quasi avessero una coscienza propria). Vedremo dove si posizionerà questa nuova frontiera e quali saranno gli eventuali vantaggi per le persone che abitano il nostro pianeta Terra diventato improvvisamente troppo piccolo.
I Robot a manualità “intelligente” sostituiranno gli operai ed i tecnici? Prenderanno il posto degli impiegati di Banca? Assisteranno gli anziani nelle case di riposo? Già alcune macchine sostituiscono il chirurgo in micro operazioni. Corriamo il rischio di vedere eliminati molti lavori fin qui eseguiti dalle persone? Gli ESPERTI affermano NO, che la presenza umana sarà pur sempre necessaria, e che si apriranno nuovi tipi di lavoro, tuttavia esistono davvero persone esperte di Futuro? Quanta presenza umana sarà necessaria nel Lavoro che verrà? La questione riveste certamente un’importanza vitale. La meccanizzazione automatica verificatasi sinora non permette di dare una risposta precisa alle domande: troppo varia è stata la diffusione della Produzione industriale nel Mondo, lo spostamento di molte attività sempre più ad Est dell’Europa non sembra dire con certezza se e quanto l’aumento della disoccupazione delle persone in occidente dipenda dall’automazione di processo. Lo vedremo probabilmente in terra cinese, l’ultima frontiera dei bassi costi produttivi ad est: per il momento l’economia cinese si è lanciata verso la mondializzazione grazie al proprio infinito “materiale umano”, ma già la logica manageriale avvia il paese alla digitalizzazione ed all’automazione di più alto livello disponibile. Quando arriveranno ad avere completamente una produzione di modalità occidentale avremo probabilmente la risposta.
Credo tuttavia importante ampliare il panorama introducendo almeno due nuove variabili. La prima potrebbe essere (a fronte di una probabile diminuzione di lavori manuali) quanto più personale sarà impiegato (e dove) in compiti tecnici di sviluppo e realizzazione dei progetti di automazione e di intelligenza artificiale. La seconda è molto vicina ai problemi ambientali del nostro pianeta Terra: il sempre maggior ricorso a mezzi automatici e robotici, ed anche l’espansione digitale in più ampi settori del vivere … imporranno un maggior ricorso a forniture di energia rispetto alla manualità umana. Saremo probabilmente in controtendenza con le necessità evidenziate lo scorso dicembre 2015 nel COP21 di Parigi sullo stato del pianeta, con un nuovo protocollo di comportamento energetico: non potremo facilmente rispettare la esigenza di sostituire le energie di origine fossile con energie rinnovabili per diminuire le emissioni di gas ad effetto serra! Le necessità energetiche stanno aumentando anno dopo anno. In Cina, per fare l’esempio più eclatante, nonostante le promesse di tagli ai gas serra per il 2030 e l’impegno verso energie rinnovabili, si sta facendo sempre più ricorso a nuove centrali elettriche a carbone: la situazione dell’aria “respirabile” nelle città produttive del sud-est del paese è drammaticamente nota. Come si svilupperà il futuro? Dobbiamo attendere speranzosi?
Personalmente esprimo un po’ di perplessità e molta paura. Mi rendo conto di aver posto una serie di problemi in maniera qualitativa, in attesa di migliori dati quantitativi disponibili. Dunque mi sento di ampliare la discussione a studiosi di scienze sociali e politiche, di tematiche energetiche e produttive, anche a filosofi e persino poeti. Ed attendo qualche anno per rileggere i pareri confrontandoli con la realtà che verrà.
Qualche approfondimento da RadioTelevisione svizzera di Lingua italiana <www.rsi.ch>:
http://www.rsi.ch/news/svizzera/Prepararsi-per-lera-digitale-8563351.html
ultimissime:
Intelligenza artificiale e umana – tavola rotonda radiofonica del 14-12-2017 – ReteUno RSI – di Nicola Colotti
di Giuseppe Donati – progettista e costruttore meccanico di macchine operatrici e manipolatori – 13 genn 2017