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Risparmio energetico
non disponiamo di energia in una forma che possiamo utilizzare direttamente (fanno eccezione i raggi solari per riscaldarci ed abbronzarci, per il ciclo naturale dell’acqua e delle piante, e per l’agricoltura in aria aperta). Una volta individuata una fonte di energia la dobbiamo trasformare per renderla adatta ad essere trasportata ed utilizzata dove è necessaria: in serbatoi e bombole, o con tubazioni, o con cavi conduttori… la legna va tagliata e lasciata seccare e portata al focolare dove verrà bruciata; il carbone va estratto dal sottosuolo nelle miniere e trasportato alle stufe od alle centrali per l’utilizzo; il petrolio va cercato e fatto salire in superficie dopo aver trivellato il suolo, poi va raffinato; e così per il gas naturale; l’energia elettrica va prodotta in centrali da grosse macchine a pale rotanti: con la forza dell’acqua raccolta in bacini montani o sbarrando fiumi con dighe; bruciando gas o carbone o petrolio; utilizzando reazioni nucleari; utilizzando il vento con mulini; o direttamente dal sole con dei pannelli termici o fotoelettrici. Sono tutte operazioni complesse che abbisognano di impianti in spazi che vengono sottratti al terreno, sia quello fertile agricolo sia quello montano dove scorrono fiumi e torrenti. Inoltre occorre altro imponente lavoro di distribuzione, con autocarri e con tubazioni e con cavi elettrici…
Dato che l’Energia distribuita agli utenti ci costa molto in termini economici e di impatto sul Territorio e sull’Ambiente vitale… non sprecarla e risparmiarla è buona cosa.
Per di più oggi si evidenziano molti suoi effetti nel riscaldamento eccessivo dell’Atmosfera terrestre: utilizzare energia nel miglior modo, e risparmiarla, fa diminuire le emissioni di gas ad effetto serra responsabili del surriscaldamento atmosferico e dei conseguenti mutamenti del Clima.
Ottimizzare i consumi
significa ricorrere a beni materiali ed apparecchi che consumino la minor energia possibile per le loro produzione e funzionamento. Nel caso di oggetti od alimenti, scegliere quelli che abbisognano del minor consumo di energia per essere prodotti e distribuiti. Nel caso di apparecchiature o macchine domestiche e da lavoro… scegliere quelle che consumino la minor energia possibile per un determinato servizio, dunque a miglior efficienza energetica; poi utilizzare apparecchiature della minor potenza possibile per l’utilizzo voluto, dunque con efficacia al meglio della loro potenzialità (per esempio, nel caso delle lampade, posizionarle in modo da avere la miglior illuminazione possibile col minor numero di lampadine impiegate; nel caso di un rasaerba, non utilizzarne uno da parco per un giardinetto; nel caso di un’automobile, non acquistare un pulmino per trasportare una sola persona).
Diminuire gli sprechi
la diminuzione degli sprechi è in pratica associabile ai concetti di risparmio e di ottimizzazione energetici. Tuttavia è un approccio ancor più direttamente legato alla consapevolezza di scelta dell’utilizzatore: come un tubo per l’acqua può avere falle di perdita, l’attenzione del consumatore può chiudere molte falle energetiche che coinvolgono i prodotti della distribuzione. Scegliere prodotti senza elaborate e ricche confezioni, senza incarti singoli… scegliere prodotti alimentari di stagione (che non necessitano di serre riscaldate, e che non arrivino trasportati dall’altra parte del mondo)… privilegiare prodotti coltivati o realizzati in luoghi il più vicino possibile, magari a chilometro-zero… evitare l’accensione o funzionamento di motori ed apparecchiature nei tempi morti del non utilizzo (di notte, od in sosta, od in pausa…); evitare di buttare o sostituire oggetti ancora utili (magari per semplice capriccio o per seguire la moda) prima della fine della loro vita: perché ogni oggetto si porta dietro il “contenuto energetico” necessario alla sua ideazione e costruzione e distribuzione all’acquisto – ed anche quello necessario per il suo smaltimento o riciclaggio a fine vita utile.
Eco sostenibilità
significa avere il minor impatto negativo sugli eco-sistemi che si sono venuti a creare per processo naturale o per cura attenta dell’Uomo. In epoca attuale, che si distingue per netto aumento della popolazione mondiale e per sempre maggior ricorso a prodotti industriali, è necessario conoscere meglio i processi di produzione e distribuzione e scarto. Sarebbe utile ricorrere il più possibile a prodotti primari non lavorati e non confezionati per ridurre grandemente lo scarto e rifiuto (che abbisogna di importanti aree di raccolta ed impianti di distruzione termica o di recupero): oggi micro frammenti di plastica sono ovunque, anche nelle acque “pure” di montagna e negli oceani (e così entrano nella catena alimentare). Imparare a leggere le etichette per evitare prodotti che contengano sostanze nocive od inutili, quali coloranti pericolosi ed aromi chimici o nano-particelle, o che possono essere inquinati da pesticidi e diserbanti. Conoscere i metodi di allevamento e macellazione – che non sono quasi mai quelli degli “animali felici” della pubblicità: ci sono aspetti che comportano danno, o situazioni non desiderate, anche restrizioni e violenze, spesso ignorate. Impegnarsi a conoscere gli “organismi geneticamente modificati” e quali siano i loro effetti (quelli sul fisico ma anche quelli a monte, nella produzione dei semi e nella coltivazione). Sapere che certe produzioni agricole come l’olio di palma (contenuto oggi praticamente in ogni dolce industriale per sostituire i nocivi grassi idrogenati) implica la deforestazione e la perdita di zone umide, con conseguenze non secondarie sui cicli naturali dell’Acqua e del Clima… per non parlare delle ingiustizie sociali che colpiscono le popolazioni dei coltivatori locali sfrattati e allontanati. Ricordare che già Leonardo da Vinci considerava l’Uomo come il peggior produttore di scarto trasformato.
Riscaldare consapevole
riscaldare o raffreddare stagionalmente gli ambienti abitativi e di lavoro necessita di molta energia. Dunque, prima di ricorrere a macchine sovra-dimensionate, è utile studiare bene gli ambienti e ricorrere a mezzi refrattari al passaggio di calore (in uscita nei mesi freddi, in entrata nei mesi caldi)… doppi vetri, tapparelle adatte o persiane alle finestre, isolamento termico dei tetti: sono mezzi utili che si ripagano col risparmio energetico che se ne avrà negli anni successivi, un tanto ogni anno. Poi la scelta dell’impianto di riscaldamento adatto e, viceversa, del condizionatore d’aria meglio dimensionato… saranno decisioni importanti, da valutare bene. Rimane aperta pure la possibilità di impianti solari per generare acqua calda ed energia elettrica, così da evitare combustibili che danneggiano l’aria respirabile.
Attenzione alla Natura
Per Natura intendiamo principalmente i fenomeni di interazione tra i vari eco-sistemi presenti sulla Terra, comprensivi dei vari biotopi e delle specie animali e vegetali e minerali che “popolano” il territorio. Fondamentale è la composizione chimico-fisica dell’Atmosfera e delle Acque che si “animano” col risultato finale della vivibilità delle varie specie. Il Clima fa la sua parte come fenomeno sia di regolazione sia di stabilizzazione.
In quest’ottica osserviamo che la Natura non è immutabile, ha presentato molte ere successive con vari tipi di vita pre-esistenti la comparsa dell’Uomo e con eco-sistemi ed atmosfere anche parecchio diverse dall’attuale. Gli equilibri naturali sono molto delicati ed anche piccole variazioni rischiano di causare gravi conseguenze alla stabilità della Vita com’è oggi. La creazione di megalopoli urbane, di città diffuse sul territorio, l’abbattimento di grandi foreste, la creazione di sbarramenti idroelettrici (dighe), la modifica e l’incanalamento dei corsi d’acqua, i consumi energetici, l’aumento esponenziale delle vie di comunicazione (sia digitali sia stradali), l’aumento di concentrazione dei gas serra in atmosfera, la produzione abnorme di rifiuti, l’aumento spropositato di allevamenti animali “in batteria”… sono tutte modificazioni che globalmente o localmente cambiano i parametri della vivibilità. Dunque “attenzione alla Natura”, attenzione a non contaminarla in maniera irreversibile come pare ci siamo avviati a fare. L’attenzione ai possibili danni gravi che possiamo causare passa molto dalla nostra consapevolezza personale… quella di prevedere gli effetti del nostro agire, quella di non consumare il Territorio costruendo appartamenti e capannoni nuovi quando ce ne sono di vuoti ed abbandonati, quella di non abbandonare rifiuti nei prati o sui monti quando si va in passeggiata… dobbiamo essere consapevoli che la bio-diversità (che ostacoliamo con ogni nuova opera male o insufficientemente progettata) è indispensabile per la vita di tutte le specie (anche della specie umana!): la degradiamo pesantemente consumando il Territorio e minando di rifiuti e di ostacoli i biotopi esistenti.